“Negli ultimi tre mesi il mondo del trasporto pubblico è completamente cambiato, con effetti che continueremo a vedere anche in seguito. Uno scenario imprevedibile fino a qualche mese fa, ma che per responsabilità ci ha imposto di fare nuove riflessioni sulla filovia, alla luce della situazione che stiamo vivendo”.
Così il sindaco Sboarina, sull’intricata questione-filobus. Il sindaco spiega le ragioni che l’hanno indotto a rivedere, almeno in ipotesi, i piani iniziali.
“Fino al 22 febbraio, l’unica cosa che potevano fare era realizzare un’opera, che abbiamo trovato ad un punto di non ritorno ma con tutte le criticità anche progettuali accumulate in 18 anni di trascinamenti. Poi è arrivata l’emergenza sanitaria e ha scombussolato il mondo. Ha rivoluzionato il trasporto pubblico locale, imponendo il distanziamento sociale e riducendo la capienza dei mezzi. Così come ha determinato un ritardo dei cantieri e una crisi economica che ha colpito anche le aziende coinvolte nella filovia”, prosegue l’analisi di Sboarina.
“Due dati oggettivi che fino a quattro mesi fa non erano prevedibili e dei quali bisogna tenere conto visto che si tratta di un’opera pubblica dal costo milionario. Grazie alla collaborazione dell’onorevole Alessia Rotta, ho chiesto un appuntamento con il ministero competente per condividere queste preoccupazioni e trovare la migliore soluzione per Verona. Dopo la videoconferenza il ministro alle Infrastrutture e Trasporti, Paola De Micheli, in cui sono state condivise le riflessioni, nel giro di pochi giorni si sono susseguiti diversi tavoli tecnici fra ministero e Amt, con un confronto che ha coinvolto anche le aziende direttamente impegnate nella realizzazione dell’opera. Di fatto, è partita la nuova fase decisionale per cercare di migliorare e soprattutto ammodernare il progetto per il trasporto pubblico di massa, a fronte di scenari completamente mutati”.
“Da parte dei soggetti coinvolti, c’è disponibilità al confronto alla luce di questi nuovi elementi. Stiamo rivalutando gli scenari per procedere nel migliore dei modi, cercando la soluzione più congeniale per Verona e perchè le scelte fatte siano ad affettivo vantaggio della città. Che non vuol dire cancellare il trasporto pubblico di massa, di cui c’è bisogno, tanto è vero che i lavori fatti finora non sono buttati. I sottofondi stradali rinforzati sono necessari al passaggio di qualsiasi mezzo pubblico, la palificazione può è essere utilizzata, ad esempio, per l’illuminazione pubblica, le banchine di fermata serviranno allo stesso modo perchè il tracciato dell’opera non cambia’.
Il sindaco invita tutti a valutare le cose con equilibrio. “Servono in questo momento coerenza e serietà, non vogliamo che si ripeta un film già visto portando avanti un lavoro che è già vecchio. Le amministrazioni che ci hanno preceduto, sia di destra che di sinistra, avrebbero potuto fermare il progetto quando era possibile farlo, invece si è preferito portarlo avanti a tutti i costi, arrivando ad un punto di non ritorno. Ora che le condizioni di partenza sono completamente mutate e che il Ministero condivide l’opportunità di ammodernare tecnologicamente l’opera, andiamo avanti nella convinzione di fare ciò che è meglio per Verona”.